venerdì 21 febbraio 2014

LA RIFORMA DELLE AUTONOMIE LOCALI IN FRIULI

 Come saranno disegnati gli "aggregati di comuni" che dovranno assumere l'onere di assicurare i servizi di "area media" nella regione autonoma Friuli Venezia Giulia?

Lo Spilimberghese sarà un "aggregato" autonomo?
Il dott. Mattioni qualche tempo fa e, in altra occasione il prof. Fabbro, hanno auspicato il raggruppamento dei Comuni in “dieci aree vaste regionali o aree omogenee”. Sulle “aggregazioni omogenee” sono pienamente d’accordo, chi avesse letto i miei interventi, molti sui quotidiani locali, sa bene il perché. Sul fatto che dovrebbero essere una decina nutro, invece, qualche dubbio. Non vorrei che il numero individuato, vanificasse immediatamente il criterio, giustissimo, dell’omogeneità. La Regione è complessa e varia da tutti i punti di vista: geo-orografico, socio-economico, storico-culturale. In questa situazione, individuare ambiti omogenei di tale consistenza, appare arduo. Avremmo, infatti, una media di 22 Comuni per “area omogenea” con una popolazione media residente di 120.000 abitanti.
     Credo che, una panoramica dei dati, rilevabili nei contesti che già hanno in essere le “aggregazioni di comuni” come ente di “area media” (la vasta, da noi, è la Regione stessa), possa giovare a orientarsi. La Regione autonoma Valle d’Aosta ha 8 Comunità montane, costituite mediamente da 9 Comuni, con una media di 16.000 residenti (per Comunità); la Provincia (di fatto Regione) autonoma di Trento, n. 16 Comunità di valle, media Comuni 14, media residenti 33.000; la Provincia (di fatto Regione) autonoma di Bolzano: n. 8 Comprensori, media Comuni 15, media residenti 64.000; il Canton Ticino in Svizzera: n.8 Distretti, media Comuni 17, media residenti 42.000; Il Land austriaco della Carinzia, 10 distretti (di cui 8 territoriali e 2 urbani: Klagenfurt e Villach), media Comuni 58, media residenti 56.000; il Land tedesco della Baviera, 96 Circondari (di cui 71 rurali e 25 Città extracircondariali), con una media di 131.000 residenti per Circondario.
     Non credo sia possibile (e utile) andare verso Aggregazioni d’area omogenea di dimensioni simili a quelle riscontrabili in Baviera né, dal lato opposto, a quelle della Valle d’Aosta. Mi sembra invece che per mettere insieme raggruppamenti sufficientemente capaci (da un verso) e condivisi (dall’altro) la consistenza demografica debba collocarsi tra quelle delle Province autonome di Trento (33.000 abitanti) e di Bolzano (64.000), ovvero della Carinzia (56.000). Ciò consentirebbe di individuare 4 aree urbane (monocomune, oppure conurbate, con l’assenso dei Comuni contigui) corrispondenti agli attuali capoluoghi di Provincia e una ventina di “aggregati territoriali” corrispondenti all’incirca ai Mandamenti che sono gli ambiti veramente omogenei e condivisi dalla popolazione.

     Va sottolineata l’imprescindibile esigenza di superare la pratica (e i privilegi) dei capoluoghi e di svincolarne il territorio, rendendolo amministrativamente autonomo dalle città. La prima e più profonda disomogeneità si registra proprio tra contesti urbani e rurali. Città e paesi hanno problematiche ed esigenze diverse. Il territorio deve essere amministrato da chi vi risiede e lo sente proprio. Solo in questo modo si potranno attenuare i danni provocati al territorio (calo demografico, abbandono, dissesto, …) e alle città (crescita caotica, traffico, inquinamento, incrementi dei prezzi di immobili e fitti, …). Chi volesse sincerarsene non ha che da confrontare le situazioni che si riscontrano nella nostra Regione, soprattutto in montagna, con i territori citati qui sopra (Valle d’Aosta, Trentino, …). Potrà vedere, per esempio, che il calo demografico che si registra in tutti i Comuni della montagna friulana, non ha riscontri in nessuno dei Comuni del Trentino – Alto Adige, nemmeno il più sperduto e il più lontano dalle mete turistiche. Lo stesso si può dire per la Carinzia e per tutta l’Austria.
O sarà "aggregato" al maniaghese?

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