Come saranno disegnati gli "aggregati di comuni" che dovranno assumere l'onere di assicurare i servizi di "area media" nella regione autonoma Friuli Venezia Giulia?
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Lo Spilimberghese sarà un "aggregato" autonomo? |
Credo che, una panoramica dei dati,
rilevabili nei contesti che già hanno in essere le “aggregazioni di comuni”
come ente di “area media” (la vasta, da noi, è la Regione stessa), possa
giovare a orientarsi. La Regione autonoma Valle d’Aosta ha 8 Comunità montane,
costituite mediamente da 9 Comuni, con una media di 16.000 residenti (per
Comunità); la Provincia (di fatto Regione) autonoma di Trento, n. 16 Comunità
di valle, media Comuni 14, media residenti 33.000; la Provincia (di fatto
Regione) autonoma di Bolzano: n. 8 Comprensori, media Comuni 15, media
residenti 64.000; il Canton Ticino in Svizzera: n.8 Distretti, media Comuni 17,
media residenti 42.000; Il Land austriaco della Carinzia, 10 distretti (di cui
8 territoriali e 2 urbani: Klagenfurt e Villach), media Comuni 58, media
residenti 56.000; il Land tedesco della Baviera, 96 Circondari (di cui 71
rurali e 25 Città extracircondariali), con una media di 131.000 residenti per
Circondario.
Non credo sia possibile (e utile) andare
verso Aggregazioni d’area omogenea di dimensioni simili a quelle riscontrabili
in Baviera né, dal lato opposto, a quelle della Valle d’Aosta. Mi sembra invece
che per mettere insieme raggruppamenti sufficientemente capaci (da un verso) e
condivisi (dall’altro) la consistenza demografica debba collocarsi tra quelle
delle Province autonome di Trento (33.000 abitanti) e di Bolzano (64.000),
ovvero della Carinzia (56.000). Ciò consentirebbe di individuare 4 aree urbane (monocomune,
oppure conurbate, con l’assenso dei Comuni contigui) corrispondenti agli
attuali capoluoghi di Provincia e una ventina di “aggregati territoriali”
corrispondenti all’incirca ai Mandamenti che sono gli ambiti veramente omogenei
e condivisi dalla popolazione.
Va sottolineata l’imprescindibile esigenza
di superare la pratica (e i privilegi) dei capoluoghi e di svincolarne il
territorio, rendendolo amministrativamente autonomo dalle città. La prima e più
profonda disomogeneità si registra proprio tra contesti urbani e rurali. Città
e paesi hanno problematiche ed esigenze diverse. Il territorio deve essere
amministrato da chi vi risiede e lo sente proprio. Solo in questo modo si
potranno attenuare i danni provocati al territorio (calo demografico,
abbandono, dissesto, …) e alle città (crescita caotica, traffico, inquinamento,
incrementi dei prezzi di immobili e fitti, …). Chi volesse sincerarsene non ha
che da confrontare le situazioni che si riscontrano nella nostra Regione,
soprattutto in montagna, con i territori citati qui sopra (Valle d’Aosta,
Trentino, …). Potrà vedere, per esempio, che il calo demografico che si
registra in tutti i Comuni della montagna friulana, non ha riscontri in nessuno
dei Comuni del Trentino – Alto Adige, nemmeno il più sperduto e il più lontano
dalle mete turistiche. Lo stesso si può dire per la Carinzia e per tutta
l’Austria.
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O sarà "aggregato" al maniaghese? |
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